Se anche tu sei una mozzarellina candida come la sottoscritta non puoi certo perderti questo post in cui tento di far brillare di una nuova luce la caratteristica che ci accomuna. Non ti resta che continuare la lettura per cambiare completamente prospettiva.

Per una vita mi sono sentita ripetere ad ogni estate “ma che bianca che sei, quando pensi di prendere un po’ di sole?” ed ogni estate, da quando possiedo facoltà di piena comprensione della lingua italiana, replico con la quantità di entusiasmo che solo di fronte a bancali di banalità è possibile generare, proferisco tali parole: “Soffro di eritema, perciò sto attenta, grazie per l’acuta domanda”. Di solito questa risposta scaturisce nell’interlocutore una reazione di velato compatimento nei miei confronti, mentre in me…pure, ma nei suoi.

donna pallida
Credits: Pexels

Ricordo che dieci anni fa feci un abbonamento di ben 5 sedute alle Lampados, convinta che il mio candore fosse ripugnante, ma soldi e fatica produssero esiti soddisfacenti (per gli altri) di brevissima durata. Abbronzata non mi sento io, c’è poco da fare. Io sono chiara, con la pelle delicata, lentigginosa e gli occhi azzurri. Sarebbe come vedere un candido cigno in versione Carlo Conti. Molte volte mi hanno chiesto se provenissi dall’Est europeo e, per me, questo è sempre stato un gran complimento perché trovo che in quei posti ci siano donne bellissime.

Credits: commons.wikimedia.org

E pensare che per molti secoli il candore della pelle è stato un parametro estetico importante, dato che l’abbronzatura denunciava impietosamente l’impiego in faccende manuali all’esterno, che solo la servitù era solita compiere.

Più le donne erano pallide, più erano considerate belle perché il pallore era un segno di distinzione sociale. Proprio per questo venne inventata la cipria, di cui facevano ampio uso soprattutto le donne aristocratiche. Peccato che la cipria ante litteram fosse una pasta di “biacca”, cioè un composto a base di piombo, che, come potrete immaginare, certo non portava i medesimi benefici dell’unguento all’aloe che noi tutte ci spalmiamo sui brufoli. Era tossico, molto tossico, tanto che la sua più grande fan e consumatrice, la regina Elisabetta I, morì proprio per avvelenamento da piombo.

Quindi, fate come me, ragazze portatrici sane di pelle lunare. La prossima volta che sarete oggetto di osservazione perché siete diversamente abbronzate, replicate con un cortese ma deciso “non sono bianca… sono aristocratica”.

Se vi è piaciuto questo articolo, aiutatemi a far conoscere il progetto di Madame Mangiahaters condividendo questo link sui vostri social. Non dimenticatevi di iscrivervi alla Newsletter per rimanere informate sull’uscita di ogni nuovo post.