Ci sono dei “no” celebri che contengono l’intrinseco potere di indurre una riflessione obbligata del ruolo del contesto nella determinazione o meno di un successo. Oggi voglio affrontare le storie di alcuni cantanti che sono stati rifiutati ai loro esordi, ma ho ancora diversi rifiuti celebri su altri ambiti da raccontarvi, perciò non perdetevi i post futuri. Siete curiose di conoscere qualche aneddoto che possa stimolare un cambio di interpretazione sui vostri “stop” dovuti ad agenti esterni? Allora mettetevi comode e cominciamo, perché so che siete ghiotte e voraci di esempi rinfrancanti. Ah, per spettacolarizzare le brevi storie tristi non metterò nemmeno le foto di aiuto, così da non togliere pathos.

Ecco i 5 cantanti rifiutati che vi faranno svoltare la giornata e l’autostima zoppicante!

cantanti rifiutati
Credits: foto Cottonbro per Pexels.com

“Non adatta al momento”

Era il 1979 a Londra e una band sconosciuta propose una selezione dei propri pezzi alla compagnia londinese RSO, che giudicò quella musica “non adatta al momento“. La band certo non si perse d’animo e continuò a bussare ad altre porte, perseverando nel tentativo di realizzare il sogno di far conoscere la propria arte. Solo poco tempo dopo la band riuscì a bussare alla porta giusta, quella della Island Records, che fece firmare loro il primo contratto, promuovendo il primo singolo a livello internazionale. Di chi sto parlando? Degli U2, non certo Pincopallo.

“Non sei ancora pronta”

Nel 1978 una giovane ragazza si trasferì a New York con 35 dollari in tasca per inseguire l’obiettivo di diventare ballerina, ignorando che la vita avrebbe avuto in serbo per lei un percorso in cui il ballo sarebbe stato solo una cornice. Una volta trasferitasi nella Grande Mela, infatti, la musica diventò indubbiamente parte attiva della sua quotidianità, ma conducendola verso due nuovi ruoli: quello di batterista e quello di cantante. La sua determinazione al successo la portò verso alcuni produttori, tra cui il produttore della colonna sonora di Dirty Dancing e Sister Act che, però, la liquidò così: “ci sono le basi ma non sei ancora pronta“! Poco tempo dopo iniziò a sfornare un successo dietro dietro l’altro e, a distanza di 40 anni, non accenna a fermarsi. Per fortuna che non era ancora pronta… la nostra cara Madonna!

“Il roscio con la chitarra piccola”

Questo racconto sarà fatto direttamente dal suo protagonista attraverso le sue parole a “Che tempo che fa”. Provate a indovinare chi è che sta parlando.

A scuola ero la vittima preferita dei bulli per via dei miei capelli rossi, i miei grandi e strani occhiali da vista e per la mia balbuzie dovuta alla mia timidezza.

Al liceo ho iniziato a suonare la chitarra, sono entrato in una band, e ho iniziato ad apprezzare tutte le mie stranezze. Non ho mai avuto molta fortuna con le ragazze e roba simile, perché sono sempre stato un po’ bizzarro, ma la musica è una di quelle cose che ti dà fiducia in te stesso e all’improvviso ti ritrovi a pensare: ‘Ehi, c’è qualcosa che so fare davvero bene!’. Quando poi ho cominciato a suonare, ogni volta che mi esibivo, tutti dicevano: ‘Oh, è il roscio con la chitarra piccola’ e così ho iniziato a essere notato per quello. Ancora oggi mi piace un sacco essere bizzarro! La cosa che dico sempre ai bambini ora è che è bello essere strani”.

Avete capito di chi sono queste parole? Ovviamente di Ed Sheeran.

“Disgustose e invendibili”

Questo, invece, è il racconto di una donna speciale e piena di talento che iniziò a suonare il pianoforte a soli 4 anni. A 14 anni diventò una studentessa modello, ma rimase segnata da alcuni episodi di bullismo e di emarginazione, che la spinsero ad ancorarsi sempre più saldamente alla musica. Questa spiccata passione le consentì di firmare il suo primo contratto discografico con la Def Jam, che la scaricò dopo neanche tre mesi, apostrofando le sue canzoni come “disgustose e invendibili”. Ribadisco disgustose e invendibili! Vi dice niente “Shallow”? Così, eh…giusto per citare una delle sue canzoni. Eh sì, è Lady Gaga.

“Sembri una capra”

Quella che sto per descrivervi è la storia di una bambina che amava cantare. L’amore per la musica la portò a maturare il desiderio di appartenere al coro della scuola, ma il sogno si infranse nel momento in cui l’insegnante le disse che quando cantava sembrava una capra e che detestava il suo vibrato. Per fortuna la piccola non rinunciò a credere in sé stessa, sostenuta dal padre, suo primo fan, che la consolò con queste parole: “la tua voce è bellissima, vedrai, un giorno se ne accorgeranno tutti”. E aveva ragione perché questa è la storia di Shakira.

“La lezione che ho imparato è che non bisogna dare retta a quello che vogliono gli altri ma seguire il proprio istinto e propri tempi. E se serve ribaltare tutto” 

Shakira

Tra questi talenti non riconosciuti non posso certo non ricordarvi la storia di Arisa che vi invito a guardare in questo post. Per fortuna anche lei non si è arresa di fronte a un “no”, altrimenti il panorama musicale italiano sarebbe stato privato di una voce tanto incantevole. 
Dopo le storie di questi cantanti rifiutati e incompresi non vi sentite più leggere, più motivate, più fiduciose e meno… sfigate?

Possedere un talento è importante, ma trovare il terreno giusto per coltivarlo e farlo crescere lo è ancora di più, perciò non arrendetevi mai a chi vi dice che non siete abbastanza e cercate la vostra dimensione. Se avete bisogno di un’altra carica di energia allora non perdetevi questo post dedicato alla sconfitta personale.   

Se questi “no” celebri hanno dato una pacchetta sulla spalla alla vostra autostima, condividete questo post sui vostri social e seguitemi sui miei canali. E mettete mi piace; ve ne sarei grata 🙂