Basta canoniche e omologate bellone! La bellezza alternativa riesce a far scuola anche nel mondo della seduzione, facendoci comprendere che non è solo lo stacco di coscia tornito a dare forma a fascino e sensualità. Anche voi siete fra quelle che credono che solo la nostra cara bella Charlize Theron possa uscire tenebrosa e suadente dalle acque iridescenti di proprietà Dior? Vi sbagliate di grosso.

Leggete e vi ricrederete.

La bellezza alternativa di Dita Von Teese

Eccentrica, anticonformista, elegante, glamour e affascinante. Questa è Dita Von Teese. La sua pelle diafana ed eterea e la sua chioma dal gusto retrò dal colore corvino danno vita a uno stile unico e irripetibile. La ex moglie di Marylin Manson ha saputo introdurre uomini e donne nel mondo luccicante e apparentemente inaccessibile del burlesque.

Alla domanda “cos’è per te la bellezza” Dita risponde così durante l’intervista per la rivista Rolling Stones:

Amo le storie dei “brutti anatroccoli”, persone che hanno saputo creare il loro glamour in un modo davvero differente e memorabile. Non mi interessa la bellezza naturale. Sono molto più colpita da quelle persone uniche che si sono trasformate in cigni grazie a uno stile del tutto proprio. Mi piacciono le caratteristiche diverse dal comune e anche la bellezza stravagante, che è molto più rara e interessante del bell’aspetto. Amo l’arte del coltivare la propria individualità, e amo l’eleganza, la gentilezza e la generosità. Non esiste la bellezza se manca tutto questo.

Arrivano le “Suicide Girls”

Ma non c’è solo Dita Von Teese a riscrivere le regole del gioco della seduzione. Ci sono anche le “Suicide girls”. So che il nome risulta piuttosto inquietante ma dietro queste due parole si cela qualcosa che di inquietante ha ben poco.

La prima volta che ho sentito “Suicide girls” ero all’università e ancora poco si sapeva di quello che sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno di lì a poco. Si trattava di un sito nato nel 2001 che raccoglieva foto di donne, che i miei compagni di università mi descrissero come “ragazze alternative in pose un po’ sexy”. Nella mia ingenuità campagnola non mi fu ben chiaro cosa si intendesse per “alternative” fino a che non feci scorrere la gallery di foto del sito.

I fondatori della community virtuale avevano come obiettivo quello di mostrare “belle ragazze punk nude”, permettendo così alla donna di riappropriarsi della propria sessualità e dando spazio a quante convenzionalmente non vengono giudicate “belle” perché fuori dagli stereotipi estetici imperanti.

Perché “SUICIDE Girls”?

Con il termine “suicidio” ci si riferisce esclusivamente a quello del perbenismo e dei finti moralismi che vorrebbero le donne angeli del focolare, quindi nulla di macabro o gotico. Al di là della mia opinione personale su tatuaggi, dread, tinture pazze ai capelli, piercing e nudità, la logica di base di questo progetto sposa una mission che ha un suo perché e voglio si evinca dalle parole di una dei fondatori del sito, Missy Suicide, nella sua intervista per Vice:

“Volevo creare un luogo in cui le ragazze fossero libere di esprimersi, di trovarsi belle in modo unico, di amare i loro corpi, perché nel 2001 la definizione di bello era piuttosto univoca. O eri magrissima o eri rifattissima come Pamela Anderson. Ma io vedevo intorno a me così tante donne bellissime e completamente escluse dagli ideali estetici della società. Volevo che avessero un posto tutto per loro, in cui emergere, essere loro stesse, ed essere apprezzate per la loro bellezza e unicità […] Prima o poi tutti ci sentiamo diversi, nella vita, e il nostro messaggio di essere te stessa, di essere unica si addice perfettamente a questa sensazione“.

A dimostrazione che la bellezza va oltre la noiosa e banale omologazione estetica sono i dati di frequentazione del sito e delle pagine social che vantano milioni di contatti. Anche nel nudo, campo contraddistinto dalle solite tipologie di donne viste e riviste, un po’ di unicità non guasta di certo. Una rivoluzione già in campo nel mondo della moda, dove modelle dalla bellezza non canonica hanno cominciato a calcare le passerelle più importante, non senza qualche critica (forse più di qualche).

Il dilemma tra bellezza e moda, o tra bellezza o moda, rimane sempre estremamente attuale.

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